Nell’Unione Europea ca. due milioni di lavoratrici e lavoratori sono occupati a tempo pieno nell’agricoltura e nella silvicoltura rurale.
Oltre quattro milioni sono occupati precari, di norma ingaggiati per compensare picchi lavorativi stagionali. La durata del loro impegno può andare da pochi giorni ad otto mesi. Si stima che due terzi degli stagionali siano lavoratori migranti, che migrano cioè sia a livello nazionale che transnazionale dal loro domicilio al luogo di lavoro. La maggior parte di essi migrano all’interno dell’Unione Europea.
Confronto internazionale: Occupazione
Il settore agricolo austriaco occupa 18.600 lavoratori, di cui 9.300 in agricoltura, 4.000 in orticoltura e 5.300 in silvicoltura. Dei 18.600 lavoratori agricoli, 9.500 sono occupati a tempo pieno e 9.100 a tempo parziale (di questi 2.500 sono cittadini austriaci e 6.600 originari di altri paesi, quali ex Jugoslavia, Repubblica Ceca, Polonia, Turchia). I lavoratori agricoli iscritti alle liste di disoccupazione sono ca. 3.000.
I lavoratori occupati nell’agricoltura e nella silvicoltura sono 95.000, gli stagionali sono 35.000.
Nell’agro-silvicoltura bulgara si contano 44.000 occupati a tempo pieno e 100.000 tra lavoratori a tempo parziale e stagionali. Su 1.000.000 di piccoli proprietari terrieri sono numerosi quelli che conducono attività agricole senza attenersi a quanto previsto dalla legge.
Il 60 % della popolazione bulgara vive in aree rurali; in tali regioni viene concesso un sussidio per i salari per contrastare l’elevatissima disoccupazione locale.
Nell’agricoltura svizzera sono occupati per tutta la durata dell’anno 18.361 tra lavoratrici e lavoratori, gli occupati a tempo parziale/stagionali sono 12.303. Il numero dei “sans papiers” (privi di permesso di lavoro) provenienti da paesi non UE/EFTA viene stimato in ca. 8.000 lavoratori (occupati a tempo pieno e a tempo parziale).
Nel comparto agro-silvicolo cipriota sono occupati a tempo pieno 5.200 tra lavoratrici e lavoratori oltre a ca. 8.000 lavoratori a tempo parziale o stagionali, occupati di norma per 4-8 mesi. Lavoratori migranti giungono dalla Bulgaria, dalla Siria e dallo Sri Lanka.
Sono occupati a tempo pieno nell’agri-silvicoltura e nella piscicoltura 176.200 lavoratori; escludendo la pesca e la piscicoltura, gli occupati sono 172.700, ivi compresi i membri delle cooperative di vendita.
Nel settore agricolo, nella caccia e nelle attività afferenti operano 5.100 stagionali stranieri; nella silvicoltura, nella pesca e nella piscicoltura lavorano 1.400 stranieri. In tutto sono il 2,8% della totalità dei lavoratori stranieri presenti nella Repubblica Ceca.
In Germania il rilevamento della forza lavoro osserva la ripartizione nei settori agricoltura, orticoltura, pesca e silvicoltura. Si distingue tra lavoratori a tempo pieno, lavoratori a tempo parziale (p.e. chi lavora mezza giornata) e stagionali (nazionali). I lavoratori stranieri (provenienti dai paesi dell’UE) vengono rilevati a parte. Nell’intero settore agricoltura, orticoltura e silvicoltura rurale sono occupati 530.000 lavoratori soggetti ad obbligo di assicurazione sociale, così ripartiti: 130.000 in agricoltura, 230.000 in orticoltura e 170.000 in silvicoltura.
I lavoratori e le lavoratrici permanenti soggetti ad obbligo di assicurazione sociale sono lievemente in calo, mentre i lavoratori stagionali (precari) sono in aumento. Mediante interventi statali si tenta di promuovere un maggior ricambio di lavoratori stranieri con manodopera tedesca (l’obiettivo è del 10% ca. all’anno). Attualmente, i lavoratori stranieri occupati nel settore agricolo tedesco sono ca. 270.000, l’80% dei quali ca. provenienti dalla Polonia.
Dei 35.000 lavoratori del settore, 25.000 lavorano in agricoltura e 10.000 nella produzione orticola. La maggior parte dei lavoratori agricoli in inverno vengono licenziati, benché il contratto collettivo stabilisca un periodo lavorativo annuale. I 12.000 stagionali sono principalmente di origine polacca, 2.000 vengono dall’Ucraina.
Nell’agricoltura estone sono occupati 15.000 lavoratori. Nella silvicoltura sono rimasti oggi solo 400 lavoratori. Gli stagionali o occupati a tempo parziale sono 2.500.
I lavoratori subordinati occupati in Spagna in agricoltura, orticoltura, silvicoltura, produzione vegetale, produzione animale, parchi naturali, caccia, cooperative e servizi veterinari sono in totale 725.000. A tempo pieno lavorano 100.000 125.000 operatori, a tempo parziale 600.000. La metà di essi sono uomini, la metà donne. I lavoratori migranti stranieri sono 180.000, il numero dei migranti clandestini è stimato in 35.000 unità.
Nell’agricoltura gli occupati soggetti ad obbligo assicurativo sono 5.000, 3.200 dei quali sono occupati per meno di 8 mesi (stagionali nazionali: 1.000; lavoratori migranti: 1.000; lavoratori provenienti da paesi terzi: 1.200). Il 78,0% dei lavoratori migranti proviene dalla Russia e dai paesi baltici.
Nell’agri-silvicoltura francese sono occupati a tempo pieno e per tutto l’arco dell’anno 276.443 lavoratori. Si contano inoltre 1.170.079 occupati precari. Gli stagionali occupati in conformità al contratto collettivo sono 86.684 (di cui 71.055 francesi e 15.629 lavoratori migranti). Gli occupati a tempo parziale sono 38.518.
I lavoratori del settore agro-silvicolo in Gran Bretagna sono 192.000. Nell’agricoltura e nell’orticoltura i lavoratori occupati a tempo pieno sono 60.000. I precari sono 120.000.
Nel comparto agro-silvicolo greco i lavoratori occupati a tempo pieno sono 10.000. Sono occupati come stagionali quasi 100.000 lavoratori.
Nell’agricoltura croata si contano 35.000 lavoratori occupati a tempo pieno e 2.000 occupati precari.
I lavoratori occupati nel 2006 in aziende con almeno 5 dipendenti erano in totale 93.900, il 7,5% ca. dei quali a tempo parziale.
Nel comparto agro-silvicolo irlandese sono occupati a tempo pieno 4.250 tra lavoratrici e lavoratori. Si contano inoltre 15.000 occupati precari.
Nell’agricoltura islandese sono occupati 500 lavoratrici e lavoratori, assunti di norma per 8 mesi.
Nell’agro-silvicoltura italiana si contano in totale 68.000 occupati a tempo pieno. 10-15.000 sono i lavoratori occupati nella silvicoltura. I lavoratori a tempo determinato (tra le 150 e le 180 giornate all’anno) -aventi diritto alle prestazioni previdenziali- sono 600.000 in tutto, di cui 85-90.000 occupati nella silvicoltura.
Nella silvicoltura lavorano solo per 10-20 giornate altre 250.000 persone.
Gli operatori di origine non italiana sono 125.000: polacchi, rumeni ed albanesi costituiscono i gruppi più grandi, rispettivamente il 14% e l’11% del totale.
In agricoltura, 3.000 lavoratrici e lavoratori sono assoggettati a contratti collettivi. Si contano inoltre 16.000 lavoratori a tempo parziale e 3.000 stagionali. I lavoratori migranti sono solo una piccola parte.
In totale sono occupati nel settore dell’agricoltura e dell’orticoltura 3.641 lavoratori, 1.980 dei quali assoggettati a contratti collettivi di lavoro.
Durante la vendemmia vengono occupati ca. 200 stagionali, con contratti di lavoro a tempo determinato ed assoggettati per tutta la durata dell’attività al contratto collettivo. Gli stagionali sono assistiti dalle rappresentanze del personale.
Nell’agricoltura lettone sono occupati 28.000 lavoratori (su base contrattuale), l’80% dei quali sono impiegati per meno di 8 mesi l’anno (22.400 lavoratori).
La zona grigia è molto grande. Molti lavoratori restano solo per poco tempo nell’agricoltura e sfuggono alle statistiche.
Nel settore agro-silvicolo di Malta sono occupati a tempo pieno 300 lavoratori; gli occupati a tempo parziale e/o precari sono a loro volta 300.
In agricoltura e orticoltura sono occupati 80.000 lavoratori altamente qualificati. Per il lavoro temporaneo sino a qualche anno fa si impiegavano marocchini e turchi, sostituiti da qualche anno a questa parte dai polacchi. Dal mese di gennaio del 2007 per i lavoratori polacchi sono cadute le restrizioni di accesso al paese. Nel 2006 i lavoratori polacchi occupati nei Paesi Bassi erano 45.000. Il numero di lavoratori clandestini viene stimato in 10.000 unità.
Il lavoro a tempo parziale occupa un posto importante nell’agricoltura dei Paesi Bassi. Circa 200.000 tra donne e studenti olandesi vengono impiegati per 15-20 ore a settimana da società di lavoro interinale; ad essi si aggiungono altri 200.000 lavoratori.
Nell’agricoltura norvegese sono occupati 1.500 lavoratori. Il numero dei lavoratori precari ammonta a 20.000, l’80% dei quali provengono dalla Polonia, il 15% dai paesi baltici ed il 5% da altri paesi.
Nel settore venatorio ed agro-silvicolo lavorano su base contrattuale nella media annuale 153.200 lavoratori, 13.300 dei quali nel settore pubblico.
In agricoltura sono occupati a tempo pieno 92.000 lavoratori, i lavoratori a tempo parziale sono 17.500 mentre gli stagionali sono ca. 20.000, di cui ca. 16.000 provenienti dall’Ucraina e da altri paesi dell’est.
Nel comparto agro-silvicolo sono occupati 140.000 lavoratori, 10.000 a tempo pieno. I campi di attività sono l’agricoltura tradizionale, con produzioni agricole e zootecniche, l’ortofrutta, la silvicoltura -in particolare la produzione di querce da sughero-, la caccia e l’orticoltura. Nuove aree di occupazione sono la paesaggistica naturale, promossa dall’attenzione all’ecologia, e varie possibilità nel settore dei servizi, come p.e. il wine management. Gli stagionali sono oltre 80.000, tuttavia generano un gettito contributivo assai ridotto; non è possibile quantificarne esattamente il numero poiché molti lavorano clandestinamente o perché non ne è chiaro lo status occupazionale (lavoratori subordinati o in proprio); si registra la presenza di lavoratori di origine africana che però spesso lasciano l’agricoltura dopo pochi giorni.
Nell’agricoltura rumena sono occupati 128.000 lavoratori, gli stagionali sono 35.000.
Nell’agricoltura e nell’orticoltura svedesi sono occupati a tempo pieno 24.000 lavoratori. Dei 19.000 stagionali 8.000 sono cittadini nazionali, 8.000 sono lavoratori migranti originari di paesi dell’UE e 3.000 provengono da paesi terzi.
In Slovenia sono occupati nell’agricoltura e nella silvicoltura rurale 3.708 lavoratori. Non c’è praticamente lavoro precario.
Nel comparto agro-silvicolo slovacco sono occupati 70.000 lavoratori, 53.000 dei quali in agricoltura. 5.000 di questi lavoratori sono precari.
In Turchia si contano nel comparto agro-silvicolo 700.000 occupati a tempo pieno. Circa 1.000.000 tra lavoratrici e lavoratori non sono registrati, 522.000 sono registrati ma occupati precari.