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Lettonia (LV)

Occupazione

Nell’agricoltura lettone sono occupati 28.000 lavoratori (su base contrattuale), l’80% dei quali sono impiegati per meno di 8 mesi l’anno (22.400 lavoratori).

La zona grigia è molto grande. Molti lavoratori restano solo per poco tempo nell’agricoltura e sfuggono alle statistiche.

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Retribuzioni e costo del lavoro

In Lettonia i contratti collettivi con le aziende agricole vengono stipulati dai sindacati aziendali. Benché contemplati dalla legge, i contratti collettivi stipulati sono molto pochi, come emerge dalla tabella annuale dei contratti collettivi. Possono essere stipulati anche contratti collettivi nazionali o regionali. Per i contratti collettivi nazionali è richiesta la partecipazione del 60% delle imprese, che tuttavia sono recalcitranti.

Oltre due terzi dei lavoratori agricoli percepiscono il salario minimo legale, pari a 170 €. I contributi previdenziali a carico del lavoratore sono pari al 9% della retribuzione, quelli a carico del datore di lavoro sono del 24,09%. L’imposta sui redditi di lavoro subordinato è del 25%. I redditi fino a 70 € sono esentasse.

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Orario di lavoro

L’orario di lavoro giornaliero è di 8 ore. Il numero massimo di ore lavorative viene pattuito a livello aziendale, le ore straordinarie vengono monetizzate o compensate in tempo libero.

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Ferie e festività retribuite

Sono previsti 28 giorni di ferie l’anno. I sindacati rivendicano l’aumento dei periodi di ferie, p.e. per i lavori pesanti (da 2 a 6 giorni addizionali).

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Previdenza sociale

Il sistema previdenziale è statale. Il sistema assicurativo, al quale è destinato il 33,09% delle retribuzioni, è unico per tutti i settori.

La pensione minima prevista dalla legge è pari a 101 €; la pensione media corrisponde a 110 €.

In caso di malattia, il primo giorno il lavoratore non percepisce alcuna indennità, quindi il datore di lavoro paga l’80% della retribuzione per due settimane. In seguito l’indennità viene corrisposta dall’assicurazione malattie. Se il datore di lavoro non ha versato i contributi alla cassa, al lavoratore non viene erogata l’indennità di malattia.

L’indennità di disoccupazione viene versata per un periodo di 9 mesi: per i primi 3 mesi è pari all’80% del salario netto medio, per i successivi tre mesi al 50% e negli ultimi tre mesi corrisponde al salario minimo legale. Il diritto al sussidio di disoccupazione decade dopo un periodo di inattività di 12 mesi.

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Tutela dei lavoratori e della salute

Nel settore agricolo nel 2005 si sono registrati in totale 11 morti. In caso di infortunio sul lavoro e di infortunio in itinere l’indennità è del 100%. I sindacati organizzano dei corsi per la tutela dei lavoratori e della salute e rilasciano delle licenze o certificati. Ogni lavoratore è tenuto a frequentare un corso, pagato dal datore di lavoro. Nelle grandi aziende è prevista la carica non retribuita di ispettore preposto alla tutela dei lavoratori e della salute, il quale deve sostenere un esame.

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Influenza dei sindacati

Nel settore agricolo sono iscritti ai sindacati 4.000 lavoratori (più i disoccupati, esentati dalla quota sociale), il che corrisponde ad un tasso di sindacalizzazione del 10%. I sindacati sono rappresentati nel 10% delle aziende.

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Standard minimi

Il salario minimo legale è di 0,99 €.

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Partecipazione sindacale

La partecipazione avviene in seno ad un sistema tripartito ed è disciplinata dalla legge. I sindacati hanno 7 seggi in totale, insieme a 7 rappresentanti dei datori di lavoro e 7 rappresentanti dello stato. Due rappresentanti sindacali fanno parte del consiglio del sistema previdenziale. I sindacati vengono informati sui progetti del governo.

Un problema attuale è l’abrogazione della “legge sullo zucchero” che avrà un grosso impatto sul numero di posti di lavoro in agricoltura e nell’industria zuccheriera, in merito alla quale viene ascoltato il parere dei sindacati che partecipano alle trattative relative al piano sociale.

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